Pensieri giornalieri

Martedì della XXX settimana del Tempo Ordinario

Dio onnipotente ed eterno,
accresci in noi la fede, la speranza e la carità,
e perché possiamo ottenere ciò che prometti,
fa’ che amiamo ciò che comandi.

Pensiero del 27 ottobre 2015

Oggi ascoltiamo due parabole, una per l'uomo e una per la donna: è una delicatezza del Signore che in Luca troviamo altre volte, per esempio nella parabola della pecora smarrita che il pastore ricerca e della dramma che una donna cerca con diligenza. Vuol dire che il Signore invita tutti, uomini e donne, alla pazienza e alla vera speranza. Le due parabole odierne parlano infatti del dinamismo del regno di Dio, che sembra niente ed è una forza potente. Un granellino di senapa si vede appena, ma ha in sé una forza vitale che lo fa crescere fino a diventare un grande arbusto, sul quale gli uccelli del cielo possono posarsi. ~ lievito nascosto nella farina sembra una cosa da niente, ma la fa tutta fermentare e le dà la possibilità di diventare pane. La stessa cosa è per la nostra vita: dobbiamo accogliere in noi il regno di Dio, la parola di Dio, che è poca cosa, come parola: un po' d'aria in movimento. Ma la sua forza in noi può trasformare, deve trasformare tutta la nostra vita. Noi però dobbiamo avere insieme pazienza e fiducia. Pazienza perché il miracolo non avviene in un attimo. Una volta gettato il seme bisogna aspettare, perché per un certo tempo sembra persino che non esista più; una volta impastato il lievito con la farina, se non gli si dà il tempo di lievitare la pasta, non succede niente. Ricordo che quando ero piccolo mia madre ci faceva un po' di dolci e, messo il lievito, ci raccomandava di non avvicinarci al recipiente che conteneva l'impasto, perché se lo toccavamo si interrompeva la lievitazione, e addio al dolce che aspettavamo con tanto ardore! E un esempio di pazienza: è inutile voler affrettare i tempi. La stessa cosa avviene nella vita spirituale. Noi vogliamo veder subito il cambiamento e se questo non avviene ci sforziamo di affrettare i tempi, invece di fidarci del Signore e di aspettare con tranquillità. Sappiamo che la forza, il lievito, egli lo ha messo nella nostra vita e che quindi la difficoltà sarà superata, la cosa avverrà. Soltanto dobbiamo fidarci, invece di pensare che se facciamo più sforzi, se ce la mettiamo tutta, vedremo il risultato: questa in fondo è mancanza di fiducia. Pazienza e fiducia: il Signore vuole soltanto questo.
San Paolo nella lettera ai Romani dice la stessa cosa, in modo più tormentato, secondo il suo temperamento:
"Tutta la creazione geme e soffre... attendendo", ma sono i gemiti del parto, quindi pieni di speranza. Devono essere gemiti di speranza, perché se non trova fede e speranza Dio non può operare ciò che vuole nella vita di ogni uomo e in tutta la creazione. Se invece ci fondiamo sulla sua parola e l'accogliamo nel silenzio e nella pazienza, possiamo dire con san Paolo: "Le sofferenze del momento presente non sono paragonabili alla gloria futura che dovrà essere rivelata in noi".